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Questo forte, ora adibito a carcere e pertanto non visitabile, al suo interno custodisce la chiesa di San Giacomo Maggiore, interessante esempio di barocco catalano nonostante i numerosi interventi, che conserva un altare maestoso e un tempo anche opere tra le quali ricordiamo: un quadro a olio raffigurante santa Barbara, un busto d’argento del XVII secolo della suddetta santa e preziosi arazzi di cui attualmente non rimangono più tracce.
Attraverso un percorso pedonale che costeggia le mura esterne, però, si possono godere di prospettive interessanti sul paese e sulla costa orientale della penisola di Calamita in quanto il forte è sito sulla sommità del promontorio che domina a nord il paese di Porto Azzurro.
Fondato l’8 maggio 1603 dal vicerè di Napoli Giovanni Alfonso Pimentel de Herrera, conte di Benevento, fu eretto da don Garcia de Toledo e concluso in tre anni. Lo scopo era di controbilanciare l'importanza strategica di Portoferraio, facente parte del granducato di Toscana, che faceva concorrenza agli spagnoli nei traffici dell’alto Tirreno.
Il forte di Longone da questo momento in poi sarà il protagonista, per due secoli, di molti avvenimenti a partire dal 1646 quando il cardinale francese Mazzarino spedì una flotta per espugnare il forte e riuscì nella sua impresa. La controffensiva spagnola si ebbe nel 1650 quando ci fu un assedio durissimo che terminò con la resa dei francesi.
Dopo anni di guerre e disfatte il forte e’ stato espugnato varie volte e ricostruito rapidamente altrettante. Nell’Ottocento l’Elba passò interamente al granducato di Toscana. In questo periodo il forte cessò di essere edificio militare e diventò una compagnia di correzione per militari indisciplinati, poi divenuta penitenziario civile a tutti gli effetti con il nuovo Regno d’Italia. La fama sinistra di questo luogo, aumentata esponenzialmente nel periodo fascista, fece sì che nel 1947 i longonesi chiesero di cambiare il nome del loro paese in Porto Azzurro.
Sotto il profilo architettonico il forte ha forma di pentagono irregolare, con tre lati che danno sul mare e uno, il lato nord-ovest, sulla terra. Quest'ultimo era il più protetto: oltre a un fossato scavato nella roccia, era difeso da lunette, cavalieri e opere a corona.
Occupando complessivamente una superficie di 3000 metri quadrati, la fortezza poteva accogliere duemila soldati ed era dotata di un armamento molto vario e differenziato.
All'interno gli edifici erano principalmente due: la palazzina del governatore e quella degli ufficiali, che comprendeva anche magazzini e un granaio. Inoltre la fortezza era dotata di due prigioni, un ospedale, due officine per le armi, due mulini, tre polveriere, un forno per il pane, sette corpi di guardia e undici cisterne anche se di modesta capacità.
Per approfondire:
Il patrimonio artistico di Porto Azzurro